Digital Twin: la realtà virtuale come acceleratore per musei e aree archeologiche

I beni culturali sono una delle “industrie” che fanno da volano all’economia italiana. Il nostro paese è caratterizzato da un’alta densità di bellezze artistiche, architettoniche e archeologiche, capaci di generare un grado di attrattività enorme. Il turismo culturale è un tema dominante su cui l’Italia deve riflettere per cambiare e migliorare la fruizione proprio a causa del cambiamento dei consumi. Come già accaduto per altri settori, anche quello della promozione turistica ha subito il cambiamento radicale generato dal Covid. Il turismo di massa, da toccata e fuga, che ha caratterizzato i primi 19 anni del XXI secolo si è trasformato, riducendo senza dubbio i numeri, ma costringendo allo stesso tempo verso una crescita qualitativa dell’offerta. Il visitatore di oggi vuole essere informato verticalmente ancora prima di iniziare il suo viaggio e poterlo completare una volta tornato a casa.

La pandemia ha generato una maggiore pianificazione degli spostamenti e un bisogno di qualità e di conoscenza che ha soppiantato il concetto di quantità. Come può un’istituzione culturale rispondere a questi input? L’offerta di nuovi servizi che affiancano la visita classica è una strada oggi imprescindibile e deve accompagnare il turista già prima dell’esperienza fisica. Tutto questo è possibile grazie alle potenzialità del digitale che, va sottolineato, non si pone come alternativa, ma come un vero e proprio potenziamento. Proprio nella fruizione dei beni culturali, la tecnologia che lega insieme realtà aumentata, realtà mista e realtà virtuale è la soluzione per permettere il coinvolgimento dei turisti e la loro piena soddisfazione grazie alla possibilità di estendere la visita nel tempo e nello spazio.

Fotogrammetria e LiDAR per creare gemelli digitali di siti museali e archeologici

Una delle soluzioni possibili per accrescere la fruizione è la creazione di “gemelli digitali” dei siti museali o archeologici. Twiceout, sfruttando gli ultimi aggiornamenti tecnologici, ha sviluppato alcuni servizi ad hoc, dedicati proprio alle istituzioni che vogliano ricostruire, per motivi diversi, un “Digital Twin”. Aree archeologiche difficilmente accessibili o estremamente delicate possono comunque creare esperienze immersive in realtà virtuale grazie alla fotogrammetria o al LiDAR, ma questa tecnica permette anche la ricostruzione di un’area che oggi non è più visibile a causa dei cambiamenti intercorsi durante i secoli. Basta immaginare un palazzo che durante la sua vita ha cambiato le sue funzioni o che ha subito lo spostamento di alcune opere d’arte, modificando l’assetto iniziale. Grazie alla realtà virtuale è così possibile esplorarlo e vederlo nella sua originalità, così come era stato inizialmente progettato. Questa possibilità si allarga ai musei, agli edifici storici, ai siti archeologici e ad altre tipologie di beni culturali: la rivoluzione del turismo culturale è all’inizio di un cammino che ci porterà lontano rispetto a quello che abbiamo vissuto fino ad ora.

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